SULLA LIBERTA' D'ISTRUZIONE

05.08.2015 17:15

Sulle libertà d’istruzione e sulle condizioni perché essa sia effettiva Faccio seguito all’ottimo articolo di Cominelli sulle scuole paritarie apparso sull’Eco di Bergamo lo scorso 28 luglio. Il sogno? Vorrei che i cattolici smettessero di chiedere ciò che spetta loro di diritto come se fosse un privilegio da ottenere per gentil concessione. Come cittadino italiano sono umiliato da questa situazione. Quando chiediamo che le famiglie possano decidere il tipo di scuola e di educazione da offrire ai loro figli, diciamo una cosa laica, che certo non piace ai cosiddetti paladini della laicità di Stato, amanti del pensiero unico e uniformante, ma occorre svelare che il re è nudo, che questi signori non sono laici ma laicisti e ci fanno credere che la religione vissuta e professata esclude e minaccia la laicità. Laico non è il contrario di religioso. Laico è ogni donna e ogni uomo che sa aprirsi senza pregiudizi o ideologie preconfezionate alla verità, ovunque essa si manifesti. Ma certo per aprirsi deve avere un proprio pensiero, credo, una cultura e storia della quale non può fare a meno. Se un cattolico esprime se stesso, il proprio credo con fierezza e convinzione senza imporre, denigrare chi non la pensa come lui, se manifesta le radici cristiane della sua cultura come parte integrante del suo essere cittadino, ebbene se è fino in fondo se stesso ma sempre aperto al confronto e al dialogo allora è davvero laico, non deve vergognarsi e per falsa tolleranza fingersi neutrale.

 

A questo proposito mi pare importante citare il discorso che il Cardinal Scola fece il 6 dicembre 2012 in occasione del discorso alla Città. Tra l’altro il cardinale scriveva:

"Ora, rispettare la società civile implica riconoscere un dato obiettivo: oggi nelle società civili occidentali, soprattutto europee, le divisioni più profonde sono quelle tra cultura secolarista e fenomeno religioso, e non – come spesso invece erroneamente si pensa – tra credenti di diverse fedi. Misconoscendo questo dato, la giusta e necessaria aconfessionalità dello Stato ha finito per dissimulare, sotto l’idea di “neutralità”, il sostegno dello Stato ad una visione del mondo che poggia sull’idea secolare e senza Dio. Ma questa è una tra le varie visioni culturali (etiche “sostantive”) che abitano la società plurale. In tal modo lo Stato cosiddetto “neutrale”, lungi dall’essere tale fa propria una specifica cultura, quella secolarista, che attraverso la legislazione diviene cultura dominante e finisce per esercitare un potere negativo nei confronti delle altre identità, soprattutto quelle religiose, presenti nelle società civili tendendo ad emarginarle, se non espellendole dall’ambito pubblico. Lo Stato, sostituendosi alla società civile, scivola, anche se in maniera preterintenzionale, verso quella posizione fondativa che la laicité intendeva rigettare, un tempo occupata dal “religioso”. Sotto una parvenza di neutralità e oggettività delle leggi, si cela e si diffonde – almeno nei fatti – una cultura fortemente connotata da una visione secolarizzata dell’uomo e del mondo, priva di apertura al trascendente. In una società plurale essa è in se stessa legittima ma solo come una tra le altre. Se però lo Stato la fa propria finisce inevitabilmente per limitare la libertà religiosa".

 

Credo che questa divisione tra religioso e laico sia falsa e ormai inaccettabile. Non esiste uomo e donna senza una propria convinzione etica, religiosa, culturale. Proprio coloro che si sono spacciati come laici, come paladini della laicità e della libertà, si sono manifestati ideologici, settari, sostenitori del pensiero unico e anche spesso violenti. Hanno inventato la teoria violenta che afferma che se sei te stesso e se manifesti in ogni luogo il tuo pensiero e la tua cultura, allora sei intollerante, fanatico e da isolare. Essi impongono un laicismo davvero disumano e francamente insostenibile. Lo Stato laico ha il dovere di sostenere e valorizzare ogni persona perché possa dire se stessa nel rispetto di tutti. Il Crocifisso nelle scuole esprime le nostre radici cristiane, il valore che diamo al sacrificio, all’amore, all’accoglienza e alla dimensione religiosa della vita. Per questo la sua presenza lungi dall’essere discriminante e violenta, manifesta all’altro chi sono davvero, senza finzioni, afferma con chiarezza che siamo in uno stato laico che non nasconde le sue radici ma le mette a disposizione di tutti. Per questo vorrei che i nostri vescovi e i cattolici in generale quando chiedono che venga rispettata la vocazione pubblica delle scuole paritarie non lo facciano pensando di chiedere un beneficio o un regalo al potente di turno. La scuola pubblica in Italia è statale e paritaria,

(riporto sotto la legge del 10 Marzo 2000, n. 62 Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 21 marzo 2000)

Art. 1. 1. Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall'articolo 33, secondo comma, della Costituzione Articolo 33 della Costituzione 

"La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali. La Repubblica individua come obiettivo prioritario l'espansione dell'offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione dall'infanzia lungo tutto l'arco della vita.

3. Alle scuole paritarie private è assicurata piena libertà per quanto concerne l'orientamento culturale e l'indirizzo pedagogico-didattico. Tenuto conto del progetto educativo della scuola, l'insegnamento è improntato ai princípi di libertà stabiliti dalla Costituzione. Le scuole paritarie, svolgendo un servizio pubblico, accolgono chiunque, accettandone il progetto educativo, richieda di iscriversi, compresi gli alunni e gli studenti con handicap. Il progetto educativo indica l'eventuale ispirazione di carattere culturale o religioso. Non sono comunque obbligatorie per gli alunni le attività extra-curriculari che presuppongono o esigono l'adesione ad una determinata ideologia o confessione religiosa. Senza oneri per lo stato per quanto riguarda l’istituzione delle scuole ma per quanto riguarda gli alunni il trattamento equipollente può essere garantito solo se si prendono in considerazione anche le condizioni economiche: la scelta della scuola pubblica statale e pubblica paritaria deve essere libera e non obbligata dal fattore economico. La legge per assicurare alle scuole paritarie piena libertà deve permettere loro di usufruire delle risorse economiche adeguate, pari a quelle date per ogni alunno della scuola statale.

 

Ogni cittadino ha diritto alla libera scelta dell’istruzione e al suo accesso gratuito. Non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, altrimenti non vi è vera libertà di scelta. Questo scritto è solo uno stimolo per continuare a dialogare al fine di comprendere sempre meglio le diverse posizioni.