Coordinamento Diocesano dei Centri Culturali Cattolici Vademecum - estratto

31.08.2012 16:05

Coordinamento Diocesano dei Centri Culturali Cattolici Vademecum - estratto

 

1) Cattolici significa che i Centri sono costituiti e animati dalla Chiesa cattolica (diocesi, parrocchie…).

2) Culturali contiene due elementi.

Il primo è ovvio: i Centri promuovono la cultura.

Il secondo è implicito: i Centri hanno come destinatari non solo coloro che hanno la fede, ma anche coloro che non hanno la fede, o la fede esplicita, o la frequentazione della liturgia (con le implicazioni che preciseremo nel seguito del discorso ). Per tale motivo, i Centri Culturali sono uno strumento di servizio ad ambito più vasto che non la Chiesa in quanto tale.

Per un concetto di cultura: la cultura in generale

Tra i vari contenuti del concetto di cultura ne vogliamo, nel seguito, evidenziare due, abbastanza elementari.

Quando si parla di cultura, la si intende in una duplice accezione: come "conoscenza" delle varie realtà, in altre parole come istruzione, oppure come "mentalità", in altre parole come modi di pensare e come modi di agire. (P.5)

 

influssi positivi della cultura umana sulla cultura cristiana.

La conoscenza della cultura umana, sia come conoscenza della realtà sia come mentalità, consente di meglio calibrare o anche di meglio comprendere certe modalità o certi elementi del pensiero cristiano. Usiamo questa espressione "pensiero cristiano" in quanto è più sfumata, ma si può dire anche del "messaggio della fede", nel senso di messaggio offerto dalla Chiesa, oggi, sulla fede, del valore dell' amore, della dignità di ogni persona.

A nostro giudizio, la cultura umana può far riscoprire alla Chiesa elementi della fede a volte trascurati o sottaciuti. Pare che un esempio eclatante sia la rilevanza della donna nella cultura umana dei nostri tempi, che ha certamente influito sulla coscienza della Chiesa per una riscoperta del valore della donna e del suo ruolo nella Chiesa, del valore dell'amore e della dignità di ogni persona. E anche questo è un elemento dell'inculturazione della fede, che non è soltanto il modo di predicare il Vangelo in modo adeguato agli ascoltatori, ma è anche un riscoprire nella fede qualcosa che la Chiesa aveva trascurato o sottaciuto e che proprio gli uomini di questo tempo le hanno fatto ricordare. (P.8)

 

Gli influssi della cultura cristiana sulla cultura umana

la predicazione del Vangelo ha altresì la finalità di rivolgersi a una serie di persone in cui suscitare, se non la fede, almeno una sene di "valori" prevenienti dal Vangelo. Ad esempio, la predicazione della carità per il prossimo, anche se non viene accolta come verità di fede può esserlo almeno come valore della solidarietà.

L'accoglienza di una serie di tali valori determina nelle persone, e quindi nella società, una mentalità di valori provenienti dal Vangelo, che possiamo chiamare "etica pubblica" proveniente dal Vangelo, o in altre parole e secondo il concetto di cultura poco sopra indicato, cultura umana influenzata dal Vangelo.

In questo senso la Chiesa italiana può opportunamente parlare di "progetto culturale orientato in senso cristiano".

Pare allora che i Centri Culturali Cattolici possano contribuire, ciascuno nel suo ambito, per quanto piccolo, ma vicino alla gente, a formare tale mentalità. (P.9)

 

Il pensiero della Santa Sede

Nel Sinodo dei Vescovi per l' Africa, la proposizione 26 così recita: "I Centri Culturali Cattolici offrono alla Chiesa singolari possibilità di presenza e di azione nel campo dei mutamenti culturali. In effetti, essi costituiscono dei forum pubblici che permettono la larga diffusione, mediante il dialogo creativo, delle convinzioni cristiane sull'uomo, sulla donna, sulla famiglia, sul lavoro, sull'economia, sulla società, sulla politica, sulla vita internazionale, sull' ambiente". E, al testo della proposizione, il Papa aggiunge: "Essi sono così luoghi di ascolto, di rispetto e di tolleranza". (P.10)

Luoghi di ascolto, di rispetto e di tolleranza. Per ultimo, al testo della proposizione del Sinodo, il Papa aggiunge una frase importante: i Centri culturali cattolici sono "luoghi d'ascolto, di rispetto e di tolleranza". Si insiste in tal modo sullo spirito e sul modo di agire che deve caratterizzarli. In proposito mi viene in mente il testo della prima Lettera dell' Apostolo Pietro: egli chiede ai cristiani che siano "pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia, questo sia fatto con dolcezza e rispetto" (1 Pt 3,15).

Sono luoghi di dialogo

E' bene evidenziare qui il dialogo che si può istituire nei Centri Culturali Cattolici tra chi non ha fede e chi ha fede e sottolineare di questo dialogo due aspetti benefici.

Chi non ha fede può esprimere liberamente nei Centri Culturali Cattolici, a differenza di ciò che - almeno a volte - avviene in ambiti specificamente ecclesiali, le proprie opinioni, i propri interrogativi e, anche, i propri dissensi. E può sentirsi ascoltato.

Chi ha fede può ricavare, da tali liberi apporti, una serie di utili stimolazioni a rivedere le proprie posizioni, relativizzandole, oppure arricchendole. (P.12)

 

Conclusione

"Molto probabilmente, scrive il Card. Poupard, il futuro della nuova evangelizzazione del XXI secolo risiede, in gran parte, nei Centri culturali cattolici. Questi piccoli centri sono gli unici che possono dissodare e preparare il terreno affinché una cultura, sebbene chiusa al Vangelo in tanti aspetti, possa aprirsi a ricevere, con una freschezza e una fecondità nuove, un seme evangelico che porterà frutti di originalità insospettati.

Per fare ciò è necessario penetrare nel duro terreno, romperlo, ridurlo in polvere zolla per zolla, in ogni punto. Questo richiede uno sforzo manuale, artigianale; non esiste macchinario sufficientemente potente per poter realizzare questo lavoro in maniera uniforme. La Chiesa ha bisogno di un numero infinito di piccoli centri, di piccole iniziative, della più varia indole, di ogni tipo, ognuna in un ambito diverso, e che ciascuna di esse eserciti il proprio influsso in un determinato aspetto o corrente della nostra cultura. In tal modo, se ogni singolo Centro culturale cattolico sa mantenere nella propria attività il sale evangelico, l'azione silenziosa di ciascuno sarà feconda come il lievito, fino a che tutta la pasta del mondo lieviterà ed acquisirà la forma di una civiltà nuova: la civiltà dell'amore" (Paul Card. Poupard, I Centri culturali cattolici, cit. 15-16).

Giovanni Paolo II diceva: “L'amore di Dio non mortifica, ma esalta il vigore dell'intelligenza, favorendo il cammino verso la verità”.

 

Natura pastorale dei Centri Culturali Cattolici

…essi si pongono a servizio della evangelizzazione, operando con un metodo culturale, intervengono ante e post la catechesi. Loro intento è formare la mentalità, la sensibilità, l'animus, l'ethos cristiano del popolo di Dio.

“L' interesse per la cultura, chiariva Giovanni Paolo II il 12 maggio 1988 a Santa Cruz, è prima di tutto un interesse per l'uomo e per il senso della sua esistenza”.

Magistrale resta, in proposito, il pensiero di Paolo VI. Nell' Esortazione Apostolica “Evangelii Nuntiandi” indicava le coordinate del lavoro culturale.

“Non si tratta soltanto di predicare il Vangelo in zone geografiche sempre più vaste o tra nuovi popoli, ma anche di cambiare con la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori dominanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, i motivi ispiratori e i modelli di vita dell'umanità, che sono in contrasto con la parola di Dio e con il piano della salvezza”. (P.21)

 

Gli operatori culturali sono chiamati all' “alta missione" di evangelizzare la cultura umana. Così affermava il Sommo Pontefice il 5 maggio 1984 a Seoul; e commentava: " II Concilio Vaticano II ha dato nuovo impulso al dialogo tra fede e cultura, poiché era diventato evidente che una drammatica frattura minacciava di approfondirsi tra la Chiesa e i movimenti culturali che si sviluppavano nel mondo".

II Centro Culturale non è da intendere perciò unicamente e principalmente come un insieme di iniziative che si aggiungono al carico già pesante a cui un pastore d'anime deve far fronte; dovrebbe essere invece concepito come l' ambito comune in cui tutti gli operatori pastorali, incominciando dai membri del Consiglio pastorale, si ritrovano per dare, al di là di personali stati emozionali effimeri e delle mode momentanee ed episodiche, sistematicità ai loro convincimenti cristiani. (P.22)

Il Papa ricevendo i Vescovi lombardi, il 15 gennaio 1982, sollecitandoli a tener presente l'impegno culturale, lo presentava un po' come la spina dorsale degli altri doveri pastorali. Secondo il Sommo Pontefice, “la cultura nasce dalla vita cristiana e della vita cristiana porta il sigillo. Diventa mentalità, esige coerenza; riconosce il primato della contemplazione; si dilata nella carità; si fa attenta ad ogni uomo e a tutto ciò che riguarda l' uomo”.

Ancora sulla preziosità dei Centri Culturali Giovanni Paolo disse, richiamandosi alla sfida evangelica a cui la Chiesa non può sottrarsi:

“La Chiesa cerca di conoscere le menti e i cuori di chi l' ascolta, i loro valori e costumi, i loro problemi e le loro difficoltà, le loro speranze e i loro sogni. Una volta che essa conosce e comprende questi diversi aspetti della cultura, allora può iniziare il dialogo di salvezza; essa è in grado di offrire, con rispetto, ma chiaramente e con convinzione, la Buona Novella della Redenzione a tutti coloro che liberamente

desiderano ascoltare e rispondere”.

In altri termini, i Centri Culturali Cattolici sono e possono essere il crocevia, l'areopago, il crogiuolo dell'incontro e delle nuove sintesi tra il messaggio cristiano e le diverse culture e uno strumento che si avvale del coinvolgimento di quanti hanno a cuore, il “benessere della Chiesa”.

La cultura è quindi un dovere di "grande responsabilità" a motivo dell'incidenza che essa comporta sui presente e sui futuro della vita della Chiesa. (P.23)

 

La vita dei Centri Culturali Cattolici

Ogni Centro Culturale è autonomo quanto a statuto, organizzazione, direzione, decisione, attività, metodi, e strumenti operativi, obiettivi particolari, contenuti; comuni invece sono l'orientamento di fondo, il piano e gli obiettivi generali.

I Centri Culturali Cattolici si propongono di

-far conoscere quanto di vero, di giusto, di bello è stato espresso lungo i secoli dall'uomo, nella convinzione che ogni autentico valore è sempre riverbero della verità, della santità, della bellezza di Cristo;

-presentare, dandone una valutazione critica alla luce dei principi evangelici, i fatti, le leggi, le abitudini di vita, i fenomeni culturali e sociali diffusi e più appariscenti, per cogliere e apprezzare quanto vi è in essi di positivo e perciò di implicitamente cristiano;

-promuovere nelle comunità locali la conoscenza della storia, delle tradizioni e dei costumi locali.

-mettere in comune le esperienze maturate nei singoli Centri, in modo da ottenere maggior organicità, conoscenza, stima e collaborazione reciproca.

 

La programmazione

Un Centro Culturale è stabilmente un gruppo di riflessione. Lo staff direttivo è formato da poche persone animate da passione culturale che periodicamente si riuniscono per confrontare le proprie ipotesi sui temi da proporre e sulle modalità della programmazione. Una volta chiarito l'obiettivo, e verificate l'attualità e l'attesa, sarà più agevole organizzare l'iniziativa scegliendo tra una o più conferenze, un seminario, una mostra di fotografia o di pittura, uno o più film, concerti e spettacoli teatrali, o, magari, una proposta multidisciplinare che combini diverse tipologie di proposte. Sorgeranno altre difficoltà, soprattutto economiche, ma almeno si dimostrerà di agire con vivacità e si guadagnerà in credibilità. (P.29)

 

Una annotazione utile

Il coordinamento è raggiungibile per posta elettronica al seguente indirizzo: "centri_cult@diocesi.milano. it"

Simile strumento, veloce e comodo, dovrebbe facilitare qualunque segnalazione riguardante la vita dei Centri.

All'interno del sito web della diocesi è stato creato uno spazio dedicato ai Centri Culturali:

"www .diocesi.milano.it/centri_culturali"

Tutto questo serve a favorire la comunicazione e lo scambio a distanza di notizie e di informazioni tra i Centri Culturali Cattolici. Il Coordinamento sono disponibili due schemi di Statuto, il primo per i Centri Culturali Cattolici parrocchiali e/o decanali, e il secondo per i Centri Culturali Cattolici promossi da gruppi di laici cattolici. (P.36)