RISPOSTE ASSESSORE CAPPELLINI MOTIVI PER DIRE NO AL REFERENDUM

02.12.2016 12:03

Risposte solo Cappellini

Credo che questa riforma costituzionale sia una delle più accentratrici della storia repubblicana, troppe materie vengono riportate in capo allo Stato. Lo Stato ad esempio non è in grado di conoscere e valorizzare un patrimonio culturale così diversificato, nelle sue specificità. Se penso alla Lombardia con 9 Siti Unesco e un patrimonio artistico e culturale da fare invidia a interi Stati, mi chiedo come verrà valorizzato? Una riforma così accentratrice per noi sarà un vero passo indietro, con le già esigue risorse che verranno drenate a Regioni che in questi anni non sono state in grado di migliorare il loro sistema di trasporti. Siamo tra le 4 regioni più ricche d’Europa e con questa riforma rischiamo di perdere quello che a fatica siamo riusciti a costruire e migliorare in diversi ambiti.

Il nuovo Senato rischia di diventare un porto franco, dove ad ogni elezione dei consigli regionali o dei comuni capoluogo di provincia cambieranno i presenti in aula. Mi chiedo come un sindaco di una grande città, con tutti i problemi da risolvere per i suoi cittadini, possa avere il tempo di andare a Roma più volte a settimana in un Senato depotenziato. Ricordo anche che i Presidenti di Regione ad oggi, hanno già lo strumento della Conferenza Stato Regioni, la sede dove il Governo acquisisce l’avviso delle Regioni sui più importanti atti di interesse regionale.

La trasversalità dei Partiti e Movimenti che fanno campagna per il NO, non è altro che l’esempio di una riforma pasticciata e autoreferenziale. Il governo ha deciso di intraprendere la sua strada senza aver ascoltato le diverse anime politiche del panorama italiano. Chi vota No pensa che si dovrebbe cambiare in meglio e non in peggio, con una riforma costituzione il più possibile condivisa.

Risposte per entrambi i relatori

I tempi di percorrenza non cambieranno drasticamente. La tanto vituperata “navetta” del bicameralismo perfetto attuale, ha fatto approvare la “Legge Fornero” e il “DDL Cirinnà” in tempi record.

La Riforma non lo esplicita, rischiando quindi un salto nel buio.

Indubbiamente rischiamo una paralisi costituzionale e saremo sempre più dipendenti da scelte europee, lontane dalle esigenze delle nostre comunità.

Non solo, questo ampio fronte del No vota contro una riforma sbagliata sia nel merito che nel metodo utilizzato per approvarla.

I Senatori della Repubblica rimarranno fino a scadenza naturale del loro mandato.

Il Sì nei confronti di questa riforma farà sì che l’Italia sia sempre più subalterna al modello attuale di Europa, troppo lontano dalle nostre comunità. Un’Europa che ad oggi non ha capito minimamente il voto epocale sulla BREXIT, che non tutela i nostri lavoratori e che i cittadini stessi non conoscono e non apprezzano.

La partecipazione dei cittadini alla vita politica. Non dimentichiamo che ad oggi bastano 50.000 firme per presentare una legge di iniziativa popolare, mentre con la nuova costituzione bisognerà raccoglierne 150.000. L’abolizione del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) non porterà a un grande risparmio. Ad oggi costa 8,7 milioni, 4 dei quali di personale, il quale verrà solo trasferito, spostando il costo su un altro Ente Pubblico. Una riforma non può fondarsi su eventuali tagli dei costi comunque minimi.

Il ricorso è già stato rigettato, anche se pareva auspicabile uno spacchettamento per facilitare l’elettore nella scelta.

Di certo si creerebbe un cortocircuito istituzionale notevole, i dovuti contrappesi democratici di controllato e controllore andrebbero a diminuire drasticamente. Dittatura sicuramente è una parola forte, di certo una tecnocrazia subalterna ai voleri di Bruxelles e alle grandi multinazionali.

Bella domanda, a mio avviso questa legislatura era la meno legittimata a cambiare la nostra Costituzione, eletta con una legge elettorale considerata illegittima dalla Corte Costituzionale e che ad oggi non ha ancora trovato una nuova legge elettorale che possa rappresentare i cittadini nel migliore dei modi, figuriamoci una Riforma Costituzionale.

 

Non credo sia assolutamente giusto. Con la nuova riforma la Camera dei Deputati sarà in mano al partito dominante, per cui sarà gioco facile approvare leggi anche su temi etici senza il consenso di altri schieramenti politici, lo abbiamo visto con le unioni civili e non condivise dalla maggioranza silenziosa del Paese.